Il Salzburg è semifinalista di Europa League. Batte la Lazio 4 a 1 e ribalta il risultato dell'andata. Vincono gli austriaci. Tecnicamente parlando. Perché in realtà è la Lazio che all'improvviso si spegne. Buio assoluto dopo aver dato l'illusione di aver chiuso i conti. A mente fredda, è chiaro che a escludere la Lazio siano state le troppe, clamorose occasioni buttate via a tu per tu con il portiere Walke. Peccato davvero: per poco meno di un'ora la squadra di Inzaghi era stata perfetta.
Si parte dal 4 a 2 dell'andata, vantaggio più netto dei gol segnati sul campo, unica sconfitta stagionale degli austriaci. Inzaghi lo sa e schiera la stessa identica Lazio che ha giocato all'Olimpico; Rose invece deve cambiare. Un po' per necessità, Samassekou è squalificato, molto per virtù. E' la conferma che Rose ha necessità di cambiare una squadra dominata nel primo tempo di questo match da 180'.
Tanto più che la sua Lazio punge, a fine tempo, spingendo davanti a Walke per ben due volte il suo goleador Immobile. La prima occasione è frutto di un duetto mancino con Milinkovic, la scucchiaiata del serbo libera Immobile spalle alla porta, la girata del bomber non c'è, palla lisciata. Pochi istanti dopo ancora Immobile si inserisce dopo una chiusura di un monumentale Radu e un lancio in verticale su cui il Salzburg non fa scattare il fuorigioco. L'azione della Lazio si chiude con un'invenzione di Luis Alberto, un colpo di tacco in area che è un invito per Ciro, tiro che Walke disinnesca d'ìstinto col piede più lontano.
La ripresa lascia presagire subito che qualcosa dovrà cambiare. Più ritmo, più velocità, più rischi per tutti, fin dall'inizio. Cinque minuti e Immobile è davanti a Walke, ma cerca un pallonetto e lo abortisce. E' il preludio del gol che arriva al 10'. Immobile parte sul filmo del fuorigioco - il lancio e di Luis Alberto - e insacca nel sette opposto sull'uscita di Walke.
La Lazio si attarda ad abbracciarsi, come se la missione fosse compiuta. E viene punita. De Vrij comincia la serie degli orrori difensivi dimenticando Dabbur che si porta il pallone sul sinistro e fulmina dalla distanza Strakosha.
Dopo il pari, la Lazio costruisce due occasioni. La prima è un contropiede di Immobile, posizione regolare e gol, ma il guardalinee sbandiera off side. Poi Lulic riceve al limite, si attarda nelle finte e il suo tiro dal limite viene messo in angolo.
In quattro minuti minuti arrivano tre gol. Piovono pietre. Haidara calcia dai 35 metri e Strakosha si allunga con lentezza sul pallone, lo tocca e lo mette nell'angolino basso. Un minuto dopo De Vrij e Lulic si addormentano su un pallone calciato al limite dell'area, si inserisce a tutta velocità Hwang, un taglio da sinistra a destra, diagonale e 3 a 1. Inzaghi toglie Leiva e mette Nani, per accentuare l'assalto, ma la Lazio prende l'ultimo schiaffone del tragico black out. Angolo, spizzicata sul secondo palo dove Lainer anticipa il subentrato Lukaku e mette in ghiaccio la qualificazione. A quel punto la Lazio d'assalto non esiste più. Non c'è più piano partita, negli ultimi venti minuti scarsi, non c'è più lucidità, non ci sono più occasioni. Rischia grosso Immobile che si avventa, da posizione irregolare, su Walke e subisce un colpo durissimo dal portiere in uscita.
Finisce con Felipe che sbaglia un elementare appoggio indietro al suo portiere.
Si parte dal 4 a 2 dell'andata, vantaggio più netto dei gol segnati sul campo, unica sconfitta stagionale degli austriaci. Inzaghi lo sa e schiera la stessa identica Lazio che ha giocato all'Olimpico; Rose invece deve cambiare. Un po' per necessità, Samassekou è squalificato, molto per virtù. E' la conferma che Rose ha necessità di cambiare una squadra dominata nel primo tempo di questo match da 180'.
Tanto più che la sua Lazio punge, a fine tempo, spingendo davanti a Walke per ben due volte il suo goleador Immobile. La prima occasione è frutto di un duetto mancino con Milinkovic, la scucchiaiata del serbo libera Immobile spalle alla porta, la girata del bomber non c'è, palla lisciata. Pochi istanti dopo ancora Immobile si inserisce dopo una chiusura di un monumentale Radu e un lancio in verticale su cui il Salzburg non fa scattare il fuorigioco. L'azione della Lazio si chiude con un'invenzione di Luis Alberto, un colpo di tacco in area che è un invito per Ciro, tiro che Walke disinnesca d'ìstinto col piede più lontano.
La ripresa lascia presagire subito che qualcosa dovrà cambiare. Più ritmo, più velocità, più rischi per tutti, fin dall'inizio. Cinque minuti e Immobile è davanti a Walke, ma cerca un pallonetto e lo abortisce. E' il preludio del gol che arriva al 10'. Immobile parte sul filmo del fuorigioco - il lancio e di Luis Alberto - e insacca nel sette opposto sull'uscita di Walke.
La Lazio si attarda ad abbracciarsi, come se la missione fosse compiuta. E viene punita. De Vrij comincia la serie degli orrori difensivi dimenticando Dabbur che si porta il pallone sul sinistro e fulmina dalla distanza Strakosha.
Dopo il pari, la Lazio costruisce due occasioni. La prima è un contropiede di Immobile, posizione regolare e gol, ma il guardalinee sbandiera off side. Poi Lulic riceve al limite, si attarda nelle finte e il suo tiro dal limite viene messo in angolo.
Finisce con Felipe che sbaglia un elementare appoggio indietro al suo portiere.
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